Covid 19: la gestione dei casi positivi e dei contatti all’interno dell’azienda

In caso di infezione il lavoratore è obbligato a comunicare il fatto al datore di lavoro

Roma – In un momento di significativi indici di rialzo circa il numero dei positivi al COVID 19, si ripropone
il problema di ciò che deve fare l’azienda in caso di presenza di lavoratori sintomatici, positivi
o che abbiano avuto un contatto stretto con persone positive.
Presentiamo di seguito, alcune indicazioni operative ritenute appropriate per una
corretta gestione del caso.

Il contesto storico che stiamo vivendo, nel pieno di una crisi sanitaria di portata globale,
non è dei migliori, e la relativa lotta al Covid-19, sta in qualche modo limitando anche le
attività necessarie per ognuno di noi. Prima fra tutti il lavoro: il Governo infatti, nel nuovo
DPCM raccomanda di dare priorità al telelavoro (o smart working) in primis per tutte le
posizioni che lo consentono, così da evitare gli spostamenti e le possibilità di contagio.
Tuttavia, alcuni settori di attività e determinate mansioni richiedono necessariamente la
presenza fisica dei dipendenti.

La diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2 rappresenta una questione di salute
pubblica, pertanto la gestione delle misure preventive e protettive deve necessariamente
seguire i provvedimenti speciali adottati dalle istituzioni competenti in conformità
all’evoluzione dello scenario epidemiologico. In ragione di tale esigenza di tutela della salute
pubblica, il Datore di Lavoro deve collaborare facendo rispettare i provvedimenti delle
istituzioni competenti al fine di favorire il contenimento della diffusione del virus; in tal senso,
anche la semplice diffusione interna delle informazioni e delle raccomandazioni costituisce
uno strumento utile al contrasto dell’epidemia.

Ma in presenza di caso positivo in azienda come ci si deve muovere?

Nonostante le misure di prevenzione generale adottate dal datore di lavoro (si rimanda
al “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della
diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto da Sindacati e imprese in
accordo con il Governo il 14/03/2020 e integrato il 24/04/2020), se un lavoratore sviluppa
febbre e sintomi di infezione respiratoria quali la tosse:
– i sintomi che caratterizzano inizialmente la malattia sono la febbre
(superiore ai 37,5°), la tosse secca, raffreddore e mal di gola, qualche caso di nausea
fino a vere e proprie difficoltà respiratorie.
Il lavoratore deve dichiarare immediatamente il fatto al datore di lavoro e si dovrà
procedere al suo isolamento fiduciario e a quello degli altri presenti nei locali, in base alle
disposizioni dell’autorità sanitaria.
L’azienda avverte immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di
emergenza per il Covid-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.

Dovrà inoltre collaborare con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali
“contatti stretti” di una persona presente in azienda che sia stata riscontrata positiva al
tampone COVID-19 o sintomatologia suggestiva di infezione da Coronavirus, ciò al fine di
permettere alle Autorità di applicare le necessarie e opportune misure di quarantena.

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